L’Espressionismo si è affermato agli inizi del Novecento. Si impegnava nel rappresentare paesaggi e ritratti attraverso il filtro delle emozioni e sentimenti. Per questo gli artisti espressionisti usavano colori vivaci e forme distorte per creare un'atmosfera di tensione e di ansia. L'obiettivo era provocare un forte impatto emotivo nel pubblico.
L'artista russo si è rifugiato in Svizzera durante la guerra,
dove ha creato la serie di opere "Variazioni", in cui il paesaggio
fuori dalla finestra della sua stanza diventa spesso il protagonista.
Nonostante si riconoscano alcune forme (un cipresso sulla sinistra,
un albero più basso e tondeggiante, tronchi, chiome e il sole in alto
a destra), queste si perdono in macchie di colore. L’artista non dipinge
un paesaggio reale, ma il suo paesaggio interiore:
“Non dovevo dipingere ciò che vedevo e neanche ciò che sentivo, ma solo quello che viveva in me, nella mia anima.”
I colori vogliono esprimere ciò che la natura suggerisce all’artista,
creando un paesaggio che riflette il suo stato emotivo.
“Iniziai a dipingere qualcosa, per esprimere tramite i colori quello che la natura mi suggeriva”.
La zona superiore è luminosa sia grazie all’arancione e giallo del sole,
sia al contrasto con il blu accanto. La zona inferiore sembra più scura,
e quindi in ombra, grazie all’accostamento del blu e del marrone.
L’atmosfera è quella di un paesaggio reale, ma espressa attraverso macchie di colori e non forme.
A Monaco, Jawlensky ha aderito al movimento espressionista Neue Künstlervereinigung München, che cercava di sviluppare un’arte nuova e libera dalla rappresentazione fedele della realtà. Lo scopo dell’arte era ora di esprimere un mondo interiore e spirituale, e questo ha portato Jawlensky a sviluppare opere sempre più astratte. Un primo cambio stilistico verso questa dimensione avviene con il suo trasferimento in Svizzera.
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